Direzione Scientifica a cura del Dott. Pierpaolo Casto

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ANSIA DA PRESTAZIONE SESSUALE | PROBLEMI DI EREZIONE | EIACULAZIONE PRECOCE

Ansia da prestazione: cos’è e come si cura

Cos’è e come si cura l’ansia da prestazione

Cosa è l’ansia da prestazione?

Ci sono alcune situazioni che possono produrre tensione e ansia più acutamente come nella prestazione sessuale.
La maggior parte degli uomini hanno sperimentato ansia da prestazione in qualche forma e in varia misura. Questa paura può essere sperimentata durante la preparazione per un esame, per giorni o addirittura settimane prima, quindi non solo durante il tentativo di  una prestazione sessuale. Essa può essere vissuta nel presente (paura della situazione) come apprensione (la paura di ciò che potrebbe accadere) come anticipazione. L’ansia da prestazione sessuale non è diversa dall’ansia generale, i sentimenti di paura e apprensione vengono accompagnati da una maggiore e prolungata “eccitazione fisiologica”. L’eccitazione può essere normale e temporanea, o anormale e di lunga durata con la presenza di sintomi che possono essere cognitivi, comportamentali e fisiologici. Le reazioni fisiologiche allo stress e all’ansia includono difficoltà di concentrazione, perdita di appetito, aumento della frequenza cardiaca, e sensazione di mancanza di aria, vertigini, tremori, e mani sudate. Generalmente i sintomi fisiologici sono parte del meccanismo di lotta o fuga. Le misurazioni effettuate durante gli studi di ansia da prestazione hanno addirittura dimostrato livelli elevati di adrenalina e noradrenalina nelle urine, fenomeno questo che causa l’ipervigilanza menzionata precedentemente.

I sintomi cognitivi di ansia da prestazione sessuale includono la paura di “sbagliare”, sentimenti di inadeguatezza e di preoccupazione. I tre componenti dell’ ansia da prestazione: fisiologico, cognitivo e comportamentale, sono gli stessi dell’ansia generale e non sempre sono correlati. A volte i sintomi di ansia da prestazione provengono da una sola componente e altre volte da tutte e tre. È interessante notare che l’ansia da prestazione sembra interessare più le donne che i maschi. L’età sembra essere una variabile significativa in materia di ansia da prestazione, infatti si evidenzia come più si ha una età matura, gli uomini (per risultato dall’esperienza) sono più in grado di far fronte allo stress. L’incapacità di comunicare le proprie difficoltà non è di solito  causa di mancanza di desiderio o di mancanza di capacità, bensì di solito è il risultato di una tensione fisica, di atteggiamenti mentali carichi di pregiudizi e pressioni sociali. L’unica cosa che non è chiara, è se le tensioni fisiche determinano gli atteggiamenti mentali disfunzionali o se sono gli atteggiamenti mentali disfunzionali a provocare le tensioni fisiche.
Il modello transazionale dello stress suggerisce che l’ansia si verifica quando un individuo è convinto di non avere la capacità di gestire le richieste rispetto ad una situazione (ansia reattiva). Gli studi hanno indicato che alti livelli di ansia sono correlati a bassi livelli di autostima.
Alcune ricerche sottolineano gli effetti negativi dell’ansia da prestazione, mentre altri si occupano degli effetti positivi, ma la maggior parte della ricerca finora si è concentrata sui processi cerebrali e fattori psicologici come processi cognitivi e processi di apprendimento, imputandone a questi le cause principali. Fin dai primi lavori sull’ansia, i ricercatori hanno costantemente segnalato una correlazione tra alti livelli di ansia e livelli di autorealizzazione.

L’ansia può essere sia la causa che l’effetto del fallimento rispetto alla prestazione sessuale. Gli studi, però, dimostrano che un moderato livello d’ansia,  può effettivamente aiutarci a rendere meglio in alcune situazioni. Tuttavia la qualità delle prestazioni comincia a soffrirne se l’ansia diventa troppo elevata (ansia dusfunzionale). Negli eventi traumatici che producono ansia, essa   diventa una risposta a qualcosa che può accadere e non una risposta a qualcosa che lo fa accadere. Questa è la teoria delle catastrofi ed era originariamente un modello matematico. Il “circolo vizioso” diventa possibile dove la percezione di errori porta all’umento dell’ansia, portando a maggiori errori cognitivi e fino ad arrivare al collasso della prestazione. L’ansia e lo stress possono influenzare la capacità di auto-riflessione,  che abbiamo noi esseri umani. Questo a sua volta può influenzare l’autostima e la fiducia nelle proprie capacità , che può anche far aumentare l’ansia e la probabilità di sviluppare l’ansia da prestazione sessuale patologica.

 

Cause dell’ansia da prestazione
Questa è una domanda difficile a cui rispondere. I ricercatori hanno trovato una correlazione diretta tra l’ansia da prestazione nevrosi che ci porta a credere che ci possa essere un legame tra la personalità e l’ansia da prestazione. Come sappiamo, la personalità è fatta di tanti tratti e queste caratteristiche danno origine alle tendenze a comportarsi in modi particolari, tra cui essere ansiosi. La tendenza di una persona all’ansia influenzerà il livello di risposta ad una situazione. Alcune persone sono ansiose in molte situazioni, sebbene molte di queste situazioni non siano particolarmente stressanti. Skinner  sosteneva che era che il nostro ambiente a determinare il nostro comportamento e ci dovrebbe anche rendere consapevoli del fatto che la mera presenza fisica di alcune persone potrebbe avere un influenza su pensieri, sentimenti e azioni se la persona è coinvolta emotivamente.
Molti ricercatori sostengono che, lungi dall’essere una influenza negativa, l’ansia (quando i livelli di ansia sono moderati) possono avere proprietà motivazionali dando un effettivo beneficio per le prestazioni. L’eccitazione può essere migliorata dall’ansia e aumenta quindi i gradi di sensibilità e immaginazione. In altre parole, una piccola quantità di ansia non solo è normale, ma è anche utile e necessaria per eseguire compiti più efficientemente.
Quindi, le cause dell’ansia possono derivare da molti diversi fattori: troppo poca esperienza, paura delle aspettative di altre persone, ricerca della “perfezione tecnica”, personale predisposizione all’ansia. Identificare la causa della vostra ansia è importante così come identificare da quale gruppo  provengono i sintomi. Tutto questo è fondamentale per decidere quale terapia  perseguire. L’ansia è una parte intrinseca della natura umana e la ricerca è stata focalizzata su come sfruttare lo stress e trasformarlo in una forza positiva. Se si comprende perché qualcosa accade, di solito diventa meno spaventoso, ma purtroppo la tensione assume un ruolo sproporzionato nella vita quotidiana di molte persone che sono costrette a cercare un modo per farvi fronte.

Gli psicologi fanno una distinzione tra due tipi di strategia di coping, strategia focalizzata sul problema e strategia focalizzata sull’emozione. I pazienti dovrebbero far fronte alle conseguenze emotive dello stress piuttosto che cercare di cambiare la situazione.
Si ritiene, che l’ansia da prestazione rappresenta un obiettivo terapeutico particolarmente appropriato per la terapia cognitivo comportamentale.

Cura dell’ansia da prestazione

La terapia cognitivo comportamentale è un approccio specifico nel trattamento dell’ansia, essa si basa sull’uso di entrambi gli approcci: comportamentali e cognitivi.
Le terapie comportamentali dimostrano che l’ansia è una risposta appresa e condizionata ad una particolare situazione e dove la terapia cerca di rompere il legame tra la situazione e la risposta. Il paziente, durante il trattamento, può essere esposto alla situazione temuta in misura crescente. Le terapie cognitive assumono che le distorsioni di pensiero e le credenze sbagliate di una persona possano portare a una serie di problemi, tra cui l’ansia. Diventare consapevoli dei pensieri negativi e cercare di sostituirli con pensieri più positivi è parte del trattamento utilizzato nella terapia cognitivo comportamentale. Immaginare la situazione mentalmente, aiuta alcune persone a superare la loro ansia. L’immaginazione positiva è uno strumento potente che non deve essere sottovalutato.
Con la combinazione di entrambi questi metodi, la terapia cognitivo comportamentale si è dimostrata più efficace della terapia con solo metodo comportamentale o cognitivo. Il trattamento combinato ha quindi dimostrato grandi benefici.

La Desensibilizzazione sistematica si propone di sostituire gradualmente la risposta di paura e di ansia con una risposta alternativa. Un altro metodo è la modificazione del comportamento , che è specificamente rivolto a cambiare il comportamento , e quindi i sintomi comportamentali , ma non è interessato ai pensieri e sentimenti della persona. Si hanno maggiori probabilità di vedere un comportamento positivo se il soggetto viene premiato con il rinforzo positivo. Come detto prima , l’ansia è accompagnata da una maggiore e prolungata eccitazione fisiologica.  Un’idea importante per l’approccio psicodinamico è la certezza  che le nostre esperienze infantili hanno una notevole influenza sul nostro comportamento da adulti. Ciò implica che dietro alcuni episodi di ansia da prestazione potrebbe esserci qualche brutta esperienza  passata.

La fiducia ed il senso di realizzazione sono i migliori sostituti per la paura e l’ansia. Se ti mantieni concentrato su pensieri positivi, questo porterà ad altrettanta fiducia.

Purtroppo molte delle dichiarazioni circa l’ansia di prestazione sono basate sulla speculazione e la valutazione di parte piuttosto che sui risultati della ricerca.

E’ importante che l’ansia da prestazione venga studiata insieme alle componenti fisiologiche e comportamentali ed ad altri aspetti importanti:

1. Il collegamento tra l’autostima e l’ansia di prestazione
2. Il ruolo del partner
3. Il possibile ruolo di alcune credenze e valutazioni sbagliate
4. Le proprie conoscenze “tecniche” rispetto agli organi sessuali fildena e alla sessualità

L’ansia dovrebbe essere vista come un campanello d’allarme utile che ci avverte in caso di pericolo e ci permetterà di prendere misure per evitare eventuali conseguenze dannose.. Gli errori commessi in precedenza dovrebbero essere visti semplicemente come modi da non usare e non come errori. Con particolare attenzione al relax , la preparazione e la scoperta di sé , l’ansia può essere controllata. Imparare a controllare i nostri sentimenti e l’ansia attraverso varie tecniche di rilassamento ed iniziare quanto prima una psicoterapia cognitiva comportamentale la quale è importantissima per aiutarci a vincere  l’ansia da prestazione.

Cause dell’ansia da prestazione  e dei problemi di erezione

Le cause possono riguardare numerosi fattori fisici e psicologici, spesso concomitanti e in interazione reciproca, tra le più comuni cause psicologiche vi sono l’ansia, la depressione, conflitti intrapsichici profondi ma anche lo stress e i condizionamenti ambientali. Un ruolo centrale è assunto dalla cosiddetta “ansia da prestazione” che determina un effetto inibitorio sulle erezioni ed è frequente nei giovani alle prime esperienze sessuali o dopo il verificarsi di un primo fallimento nei rapporti sessuali. Altra causa può essere una scarsa intesa col partner, in senso sessuale ma anche emotivo e affettivo.

Difatti qualora la causa sia psicologica, vi possono essere notevoli differenze a seconda del comportamento della partner e dell’ambiente in cui si svolge il rapporto; in tal caso spesso la mancanza di erezione è determinata dalla percezione inconscia (spesso anche sbagliandosi) di rifiuto da parte del partner (ad esempio per il proprio aspetto fisico oppure per un piacere sessuale non soddisfacente). La disfunzione erettile di natura psicologica non è una condizione permanente paragonabile ad una malattia o ad un’invalidità; persone che non riescono ad avere la minima reazione erettiva con un(a) partner, possono tranquillamente averne di normalissime con altre/i; a conferma, la disfunzione erettile di natura psicologica non sussiste in genere nell’autoerotismo. Una recente ricerca italiana ha individuato un significativo legame tra la disfunzione erettile e la difficoltà nel riconoscere ed esprimere le proprie emozioni o alessitimia. Fra le distrazioni cognitive durante l’attività sessuale sono state classificate: Intrusione (es. essere sorpresi o interrotti durante il rapporto sessuale); corpo (aspetto fisico, odore); infezioni trasmissibili per via sessuale/ gravidanza; emozioni/relazione (paura di non avere una relazione e di essere lasciati dopo il rapporto); moralità/colpa/paura di avere rimpianti; avversione all’attività sessuale; pensieri distraenti (lavoro, scuola); pensare ad altri; performance sessuale.

Le cause organiche possono essere di tipo endocrino (ipogonadismo, iperprolattinemia, sindrome di Cushing, carenza di somatotropina), di tipo vascolare (sia di natura venosa che arteriosa), di tipo neurologico (Parkinson, Alzheimer, traumi spinali, neuropatia periferica), legati a malattie croniche (diabete, insufficienza renale o epatica), derivanti dall’uso di farmaci (cortisone, psicofarmaci, antipertensivi) o da trattamenti medici (prostatectomia radicale, cistectomia, radioterapia per cancro prostatico). Sono stati infine riconosciuti numerosi fattori di rischio che aumentano la probabilità di insorgenza di una Disfunzione Erettile tra i quali l’età, il fumo, il consumo cronico di alcol e droghe, la carenza di esercizio fisico, l’ipercolesterolemia e l’obesità.

 

COME AFFRONTARE E SUPERARE L’ANSIA DA PRESTAZIONE SESSUALE E I PROBLEMI DI EREZIONE

Se si soffre di ansia da prestazione sessuale, è necessario consultare un medico o qualcuno con cui ti possa trovare a tuo agio a discutere della tua vita sessuale. Il medico può fare qualche test per assicurarsi che la causa non sia una condizione di salute o che non sia un  farmaco a provocare i problemi di prestazione sessuale. Durante l’esame il medico chiederà informazioni circa la vostra storia sessuale per scoprire da quanto tempo si soffre di  ansia da prestazione e che tipo di pensieri interferiscono con la vostra vita sessuale e quotiniana.

Alcuni farmaci e altre terapie possono aiutare il trattamento della disfunzione erettile e altri problemi sessuali cqundo sono dovuti a cause fisiche;  se non si tratta di un problema organico, il medico stesso potrebbe suggerire di provare uno di questi approcci :

  • Parlare con un terapeuta  per fissare un appuntamento con un consulente o terapeuta esperto nel trattamento di problemi sessuali. La terapia può insegnare a sentirsi più a suo agio con la propria sessualità, e può aiutare a capire, e quindi ridurre o eliminare, i problemi che causano l’ansia da prestazione sessuale. Gli uomini che sono preoccupati per l’eiaculazione precoce, ad esempio, possono provare alcune tecniche che aiutano ad acquisire maggiore controllo dell’eiaculazione (esercizi di Kegel).
  • Siate aperti con il vostro partner. Parlare con il vostro partner dell’ansia può contribuire ad alleviare alcune preoccupazioni. Cercare di trovare una soluzione insieme potrebbe effettivamente avvicinare di più la coppia e migliorare il rapporto sessuale.
  • Creare intimità in altri modi. Ci sono molti modi per stare in intimità, senza in realtà fare sesso; ad esempio fare al  partner un massaggio sensuale o fare un bagno caldo assieme. A turno provare piacere a vicenda con la masturbazione in modo da non sentirsi sempre sotto pressione.
  • Distrarti. Provate  ad ascoltare  qualche musica romantica o vedere un film sexy (non hard) mentre si fa l’amore, pensare insieme a qualcosa che vi possa eccitare. Allontanare la  mente dalla prestazione sessuale può aiutare a rimuovere le preoccupazioni che impediscono l’eccitazione.

COME SUPERARE L’ANSIA DA PRESTAZIONE SESSUALE

Uno dei maggiori ostacoli sessuali ed emotivi per gli uomini di oggi è l’ansia da prestazione. Coloro che affrontano il problema in maniera regolare sanno che è paralizzante e debilitante preoccuparsi di esso; il problema è nel termine stesso : “ansia da prestazione”.

Tutti pensiamo al sesso come un atto, una performance, con un ruolo atteso a cui  siamo tenuti a conformarci. Forse la nostra ansia circa il sesso viene dalle aspettative imposte dalla mascolinità nella nostra cultura, dal guardare film porno, dalle nostre rappresentazioni di come gli uomini agiscono nei media, da paure o insicurezze che alimentano questa necessità di esecuzione.

Gli uomini di solito vedono il sesso come goal-oriented (orientato alle prestazioni), all’orgasmo  e all’erezione.

Secondo studi recenti, circa il 40 % degli uomini ha esperienza di eiaculazione precoce (EP), circa il 20% ha una mancanza di interesse per il sesso e circa il 15 % di uomini ha esperienza eiaculazione ritardata e non riesce a raggiungere l’orgasmo durante il sesso. Questi numeri rappresentano delle preoccupazioni cliniche, alla maggior parte di questi soggetti non sono clinicamente diagnosticati problemi sessuali, ma avranno occasionali attacchi con disfunzione erettile ed eiaculazione precoce o preoccupazioni circa la loro libido.

Uno studio ha rilevato che circa un terzo degli uomini sperimenta qualche tipo di disfunzione erettile almeno una volta l’anno, e che lo stress psicologico era in cima alla lista delle cause. E’  verificato  che quasi il 60 % degli uomini sopra i 50 anni hanno sperimentato problemi di disfunzione erettile e dai 70 anni oltre l’80 % .

Alcuni ragazzi fingono di aver raggiunto un orgasmo per evitare di ferire i  sentimenti dei loro partner, perché hanno difficoltà di comunicazione.

Indipendentemente dal fatto che le preoccupazioni sessuali vengano prima o come risultato dell’ansia da prestazione, la parte importante da riconoscere è che spesso vanno di pari passo. Affrontiamo la realtà: le preoccupazioni sessuali e l’ansia da prestazione sono comuni, e possono presentarsi ad ogni ragazzo ad ogni età; dobbiamo accettarlo come una parte della sessualità maschile, dobbiamo capire che è la natura umana, abbiamo bisogno di iniziare a parlarne. Tenere le preoccupazioni sessuali e l’ansia da prestazione segreta, o  interiorizzarle e reprimerle, non  fa che peggiorare i problemi.

 

POSSIBILI SOLUZIONI PER L’ANSIA DA PRESTAZIONE

Ci sono vari modi per gestire l’ ansia da prestazione sessuale; si  possono utilizzare delle tecniche di rilassamento, per aiutare se stessi o beneficiare dell’aiuto del medico di uno psicoterapeuta.

Ecco alcuni consigli per cercare di gestire la vostra ansia da prestazione:

  1. Cancellare le situazioni  stressanti che creano ansia. Se siete circondati da stress e ansia sul lavoro e in famiglia, dovreste cercare di  gestire l’ansia intorno a voi.
  2. Imparare a praticare teniche di rilassamento. Fare yoga, passeggiate nella natura, andare in palestra, coltivare degli hobby. Quanti di voi hanno visto un monaco buddista stressato? Bisogna vivere una vita che promuova la consapevolezza e la tranquillità.
  3. Gli esercizi di respirazione possono diminuire l’ansia, regolare la frequenza cardiaca, hanno effetti positivi sulla pressione arteriosa, e riducono la tensione muscolare.
  4. Tecniche di consapevolezza. E’ utile prestare attenzione ai pensieri, emozioni e sensazioni fisiche in  un dato momento, essere presenti, imparando a limitare e gestire pensieri intrusivi che influenzano la vostra concentrazione sul piacere, la valorizzazione, le sensazionie e il respiro. E’ necessario,  creare  un ambiente sicuro e protetto poiché l’ansia e lo stress sono fonte di distrazione. Imparare a liberare la mente con la meditazione, tecniche di rilassamento o esercizi di visualizzazione.
  5. Comunicazione. Parlare delle proprie  paur e preoccupazioni e dire di  cosa avete bisogno per sentirvi sicuri e protetti. Tale comunicazione può aprire le porte alla soluzione del problema. Essere onesti con se stessi e il vostro partner è fondamentale nella gestione dell’ansia.
  6. Focalizzarsi sul piacere. Il fulcro del sesso è quello di godere del piacere. Bisogna capire quali  sensazioni vi piacciono, quali sono le vostre esigenze, quali sono i desideri del vostro partner.
  7. Esercizi di messa a fuoco sensoriale. Esercizi di intimità non genitale e il non  rapporto  aiutano una persona nell’esplorare la connessione, il comfort, l’intimità e l’erotismo senza aspettative ansiose. Gli esercizi che si concentrano sullo sguardo, sugli abbracci, sul toccare, sulla comunicazione con il partner, sul massaggio, sulla  masturbazione di fronte a partner, sulla masturbazione reciproca e orale  sono solo alcune delle possibilità. Questi non sono semplicemente consigli orientati all’obiettivo, ma,  insegnano ad essere presenti e consapevoli del piacere con il partner.
  8. Aumentare il confort sessuale. Le origini dell’ansia possono essere radicate nel disagio sessuale o nell’inesperienza; pertanto è molto importante leggere sulla sessualità, imparare tecniche sessuali, avere una migliore comprensione  del vostro partner, avere la giusta respirazione, capire il linguaggio del corpo, i suoni ecc… possono migliorare il rapporto.
  9. Fare tutto con calma. Non è una corsa verso il traguardo. Il sesso non è incentrato sulla destinazione; ma sull’intero viaggio.
  10. Assumersi la responsabilità per il proprio orgasmo. Parlare con il vostro partner e discutere di questo importante argomento, è molto salutare. Quando comprendiamo che siamo responsabili dei nostri orgasmi, possiamo alleviare la pressione di pensare che dobbiamo dare al nostro partner, a tutti i costi, un orgasmo. E’ bene, invece, concentrarsi sul piacere, la passione, la respirazione, l’entusiasmo e la sensazione.
  11. Utilizzare il rinforzo positivo. E’ il momento di sfidare il rinforzo negativo usando il potere del pensiero positivo e della psicologia. E molto importante usare il rinforzo positivo, affermazioni e dichiarazioni per creare più energia positiva diretta verso di voi.
  12. Pensiero alternativo. Una classica tecnica di terapia cognitiva, sfida le distorsioni cognitive e ci incoraggia a lavorare sui  pensieri distorti e sulla loro sostituzione con un pensiero alternativo.
  1. Ipnosi. Una tecnica che può aiutare gli individui a diminuire l’ansia e lo stress.
  2. Cambiare la dieta, il regime di sonno e l’esercizio fisico,  per una migliore regolazione del sistema corpo. Non è un segreto che  migliori abitudini alimentari, i cicli del sonno e l’allenamento fisico moderato fanno miracoli per il corpo e i  livelli di ansia.
  3. Aspettative realistiche. E‘ realistico aspettarsi una vasta gamma di esperienze sessuali, alcune piacevoli, altre che sono dubbie, e altre negative. Bisogna anche aspettarsi qualche difficoltà sessuale, è comunque necessario essere realistici in tutte le  aspettative e le reazioni.
  4. Aiuto professionale. Si consideri uno psicoterapeuta che vi aiuti a superare  le difficoltà. Essi possono aiutare a riconsiderare la  storia di ansia, l’attaccamento, l’infanzia, le questioni di famiglia, così come la  storia  sessuale. L’unica cosa certa è che ogni uomo ha una sua storia personale che probabilmente lo forgia   e  lo colpisce.
  5. Fare attenzione ad alcune  sostanze, come droghe e alcool. Alcuni farmaci effettivamente possono aiutare a breve termine ad alleviare i sintomi dell’ansia, riducendo l’inibizione, aumentando il desiderio e l’eccitazione,   ma a lungo termine, molti farmaci fanno l’esatto opposto di ciò che si spera; infatti  molti uomini si sentono ancora più ansiosi quando assumono sostanze che possono influenzare il funzionamento sessuale.
  6. Non distrarti. Pensare a qualcosa di diverso dal piacere e dal godimento distrugge lo scopo del sesso. Perché si vuole evitare qualcosa che è destinato a creare piacere? L’evitamento è raramente la risposta esatta nel sesso.

 

CONSIGLI PER CURARE E RISOLVERE L’ANSIA DA PRESTAZIONE SESSUALE:

L’Ansia da prestazione sessuale è molto comune , soprattutto tra gli uomini, la società ci sottopone continuamente a situazioni stressanti, che si ripercuotono anche nella vita affettiva.

L’ansia per le prestazioni sessuali può portare a problemi come l’eiaculazione o difficoltà a raggiungere l’orgasmo , e questo contribuisce a perpetrare  l’ansia da prestazione sessuale anche in futuro.

Non sempre l’ansia da prestazione è legata all’ ansia sociale, ma spesso le due cose sono collegate.

TRATTAMENTO E CURA DELL’ANSIA DA PRESTAZIONE SESSUALE: COME SCONFIGGERLA E SUPERARLA 

Si potrebbe pensare che la risposta a questa ansia sia quello di prendere tranquillanti , ma non c’è niente di più  sbagliato; infatti i tranquillanti servono solo ad alleviare i sintomi, ma passato l’effetto tutto ricomincia da capo. Sono i metodi psicologici a ridurre l’ansia – come la consulenza , la psicoterapia e specifiche tecniche anti-stress – riducono l’ansia e rendono la vostra vita sessuale molto più piacevole.

Molti partner che non riescono a raggiungere un orgasmo durante il rapporto sessuale, non hanno alcun problema fisico sottostante, invece , il problema può essere dovuto in parte o in tutto alla  preoccupazione  di non essere in grado di eseguire bene l’atto. E’ proprio l’ansia ad impedire di godere appieno della situazione. La prima cosa da notare è che l’ansia, distrae e impedisce di interagire sessualmente con il partner. Spesso , quando le persone sono preoccupate dal sesso, non prestano la dovuta attenzione ai pensieri e alle risposte più erotiche che tipicamente accompagnano il relativo successo sessuale. Così, invece di pensare eroticamente , si può iniziare a pensare e rimuginare su quanto terribile sarebbe non riuscire a compiere l’atto, come questo sarebbe una ricaduta negativa sulla vostra mascolinità o femminilità , e ciò che il vostro partner potrebbe pensare.

Tale pensiero produce ansia da prestazione. L’ansia è un’emozione orientata al futuro in cui si catastrofizza sulle conseguenze di un possibile evento futuro. Nel caso dell’ ansia da prestazione sessuale, l’evento in questione è la mancata performance sessuale e le conseguenze catastrofiche percepite sono la perdita del rispetto di sé e la paura di cosa pensano gli altri, soprattutto il vostro partner sessuale. Così forse si pensa che un uomo deve avere un’erezione , o che una donna deve avere un orgasmo, e magari tralasciando la questione prettamente biologica e ovvia che avere un’erezione o un orgasmo non è una condizione necessaria dell’ essere uomo o donna.

Se si comincia a pensare che tutto debba avvenire in modo meccanico, è come se paragonassimo un uomo ad un orologio. Un orologio non ha libero arbitrio. I suoi movimenti sono puramente meccanici, un orologio non ha soggettività , non è cosciente di sé , ma voi lo siete.

Il tuo ” malfunzionamento ” non è nella parte meccanica,  non è nel vostro pene o nella vagina , non è un malfunzionamento della vostra zona erogena ; si tratta piuttosto di un insieme di pensieri irrazionali che creano ansia da prestazione che a sua volta porta alla mancanza di orgasmo.

Una parte importante dell’ ansia da prestazione è la paura di ciò che gli altri  penseranno di voi, soprattutto il vostro partner sessuale , se non si riesce ad eseguire un rapporto sessuale soddisfacente; si comincerà a pensare  che il vostro partner non riuscirà a vedervi più  sexy o che penserà che non siate un ” vero uomo ” o ” donna vera “.

Bisogna ricordare che il vostro valore non dipende dal fatto che  riusciate o meno  a raggiungere un orgasmo. Anche in questo caso , non sei un semplice meccanismo, tu sei un essere in grado di pensare , ragionare , agire , sentire il desiderio  e il senso. Tu sei un essere auto- determinato , un essere che può decidere autonomamente le cose, è quindi hai anche un valore intrinseco: la dignità. Quindi bisogna rispettare se stessi.  Comunque , non è veramente terribile , se non si riesce ad avere un orgasmo o non si può avere un’erezione, almeno  non è al livello di una fusione nucleare o di un terremoto , in cui migliaia di persone periscono, e non è l’equivalente di un omicidio o uno stupro.

Infine , non si può controllare ciò che gli altri pensano di te. È il vostro partner che deve essere soddisfatto di te. D’altra parte si può avere un notevole controllo sull’esperienza sessuale. Si possono fare pensieri erotici , toccare, sentire …

La ricerca della gratificazione sessuale non dovrebbe di per sé essere trasformata in una fonte di dolore.

Allora cosa fare per l’ansia da prestazione sessuale ?Ecco, in sintesi, alcune cose che si possono fare:

 

* Finire di  definire se stessi in base ad un orgasmo. Tu sei molto di più !

* Rispettare la tua dignità e il valore di un essere umano;

* Smettere di preoccuparsi di ciò che gli altri pensano di te ;

* Concentrarsi invece su ciò che si può controllare , il tuo mondo personale di pensieri erotici , fantasie , sensazioni e sentimenti ;

* Smettere di pensare a quanto sia deprimente non avere un orgasmo ;

COME SUPERARE L’ANSIA DA PRESTAZIONE

Se si soffre di  ansia da prestazione sessuale , sarebbe bene consultare un medico che possa  esaminarvi  e fare qualche test per assicurarsi che non sia una condizione di salute o  farmacologia  a provocare i  problemi di prestazioni sessuali. Durante l’esame il medico indagherà sulla vostra storia sessuale per scoprire da quanto tempo si manifesta l’ansia da prestazione sessuale e che tipo di pensieri interferiscono con la vostra vita sessuale.

Farmaci e altre terapie possono aiutare il trattamento della disfunzione erettile e altri problemi sessuali che sono dovuti a cause fisiche, se però non si tratta di un problema medico, il medico potrebbe suggerire di provare uno di questi approcci :

Parlare con un terapeuta , per fissare un appuntamento con un consulente o terapeuta esperto nel trattamento di problemi sessuali. La terapia può insegnare a sentirsi più a suo agio con la propria sessualità , e può aiutare a capire, e quindi ridurre o eliminare, i problemi che causano l’ ansia da prestazione sessuale. Gli uomini che sono preoccupati per l’eiaculazione precoce , per esempio , possono provare alcune tecniche che aiutano ad acquisire maggiore controllo dell’eiaculazione.

Siate aperti con il vostro partner. Parlare con il vostro partner dell’ansia può contribuire ad alleviare alcune delle vostre preoccupazioni. Cercando di trovare una soluzione insieme potrebbe effettivamente avvicinarvi come coppia e migliorare il vostro rapporto sessuale.

Sentirsi  intimo in altri modi. Ci sono molti modi per essere intimo , senza in realtà fare sesso, fare al vostro partner un massaggio sensuale o fare un bagno caldo insieme. A turno provare piacere a vicenda con la masturbazione in modo da non  sentirsi sotto pressione.

Distrarti. Provare a mettere su qualche musica romantica o un film sexy mentre si fa l’amore. Pensare a qualcosa di diverso dalla vostra prestazione sessuale può rimuovere le preoccupazioni che  impediscono di raggiungere l’eccitazione.

L’ansia può essere definita come una sensazione di apprensione e paura caratterizzata da sintomi fisici , psicologici e cognitivi. Nel contesto di stress o di pericolo , queste reazioni sono normali. Tuttavia, alcune persone si sentono estremamente ansiose durante le attività quotidiane , il che  provoca disagio e significativa compromissione della normale attività.

I disturbi d’ansia sono un gruppo di entità cliniche in cui, il sintomo preminente, è un livello anormale di ansia; questo gruppo include il disturbo di panico , fobia specifica e sociale , disturbo ossessivo-compulsivo ( OCD) , disturbo da stress post-traumatico ( PTSD ) , disturbo acuto da stress e disturbo d’ansia generalizzato. Le disfunzioni sessuali ( DS ) sono definite nel DSM come disturbi delle 3 fasi del ciclo di risposta sessuale : desiderio, eccitazione e orgasmo.

L’ansia gioca un ruolo importante nella patogenesi e manutenzione della disfunzione sessuale, questa co- presenza è molto comune nella pratica clinica : i pazienti presentano spesso un disturbo d’ansia , e in molti casi non è chiaro quale sia il disturbo primario. D’altra parte , per molti pazienti con disturbi psichiatrici una disfunzione sessuale può essere un disturbo persistente.

L’ansia rappresenta la via finale comune per cui i fattori sociali , psicologici , biologici e morali convergono ad alterare la risposta sessuale. L’espressione neurobiologica dell’ansia è complessa , ma si tratta principalmente di un rilascio di sostanze adrenergiche ( adrenalina e noradrenalina ).

Sono generalmente considerati importanti nella patogenesi della SD , gli elementi psicologici, ma è difficile esplorare questi fattori con strumenti standardizzati; ci sono pochi studi che esplorano questa ipotesi utilizzando strumenti diagnostici e, in alcuni casi, questi studi hanno considerato l’ansia come un sentimento e non come entità clinica.

Ansia nei pazienti con disfunzione erettile

Il complesso rapporto tra disturbi d’ansia e disturbi del desiderio, solo raramente è chiarito nella letteratura medica. Indotta da diversi fattori di stress , l’ansia può distrarre da stimoli erotici e può mettere in pericolo l’eccitazione sessuale , principalmente attraverso un aumento del tono simpatico, questo potrebbe compromettere l’erezione nei maschi e una riduzione della lubrificazione e tumescenza del clitoride nelle femmine.

Diversi studi hanno dimostrato che la prevalenza di disturbi d’ansia varia dal 2 % al 30 % nei maschi affetti da disfunzione erettile (DE ) , tuttavia, questi studi non sono riusciti a rilevare una correlazione significativa tra un tipo singolare di disturbo d’ansia e ED. Oltre al desiderio e all’eccitazione , l’ansia può compromettere anche la possibilità di avere un orgasmo.

Le emozioni negative , tra cui l’ansia o la paura di non riuscire a soddisfare le aspettative di un partner, rappresentano una delle più comuni cause di eiaculazione precoce (EP) , questo a causa di una iperattività simpatica che riduce il controllo dell’eiaculazione. Altri hanno sottolineato il ruolo di attenzione , il che suggerisce che gli uomini che sono in ansia durante il rapporto sessuale sono preoccupati per le prestazioni sessuali o adeguatezza sessuale , e che questi pensieri possono distrarre l’attenzione dalle sensazioni sessuali che precedono l’orgasmo e l’eiaculazione.

L’iperattenzione per le prestazioni e la paura di inadeguatezza nel soddisfare le aspettative dell’altro,  tipico della fobia sociale , in cui la preoccupazione circa le prestazioni e il giudizio riflettono un elevato tono simpatico, provoca ED.  Il rapporto tra l’ansia e l’eiaculazione ritardata è chiara, anche se alcuni ricercatori suggeriscono che l’ ansia da prestazione sessuale può contribuire alla ritardata eiaculazione.

Ansia e disturbi del dolore durante il rapporto sessuale

Alti livelli di ansia sono stati riscontrati nelle donne con dispareunia , che sembrano provare forti dolori durante il rapporto sessuale.  I fattori fisiopatologici che regolano questo fenomeno non sono noti, ma un’ipotesi interessante suggerisce che esiste una forte relazione tra ansia e ipervigilanza nei pazienti con ansia e SD , con un’attenzione assegnata a stimoli minacciosi durante il rapporto sessuale.

Recenti studi hanno aumentato significativamente la comprensione della percezione del dolore e hanno dimostrato che una serie complessa di mesencefalo , e strutture corticali sono coinvolte nella percezione del dolore, che può essere divisa in un sistema laterale , somatosensoriale coinvolto nella discriminazione della località del dolore e l’intensità , e di un sistema mediale che media l’ anticipazione , timori , la qualità affettiva del dolore attraverso strutture libiche.  Le disfunzioni di queste strutture limbiche , tra cui la corteccia ippocampale , possono essere coinvolte in SDS in cui il dolore rappresenta i sintomi prevalenti; i pazienti con dolore pelvico cronico hanno spesso una storia di traumi o abusi sessuali. Inoltre , alterazioni simili nella struttura limbica è stata dimostrata sia nei pazienti con dolore pelvico cronico che nei sopravvissuti di trauma, questo potrebbe suggerire che il dolore rappresenta non solo un sintomo di SD , ma anche un sintomo di un disturbo d’ansia più specifico come PTSD.

I problemi sessuali nei pazienti con ansia

Guardando l’altra faccia della medaglia, le  difficoltà sessuali sono comuni in pazienti affetti da disturbi Il disturbo di avversione sessuale è la deviazione standard più comune nei pazienti con disturbo di panico , inoltre , è stato  scoperto che nella loro serie , l’avversione sessuale era secondaria al disturbo di panico : i pazienti hanno dichiarato di evitare il sesso perché temevano un attacco di panico durante il rapporto. Questi risultati sono comuni in  uomini e le donne e suggeriscono che l’avversione sessuale può essere parte dello spettro agorafobico.

L’evitamento sessuale può essere causato anche da ED nei maschi affetti da disturbo di panico. Gli studi sulla sessualità nei pazienti con fobia sociale mostrano una comorbilità di circa il 30 %. I disturbi dell’eccitazione ( perdita del desiderio durante il rapporto sessuale ), e i disturbi dell’orgasmo, eiaculazione sono più comuni nei maschi con fobia sociale. Il piacere e la soddisfazione sessuale sono alterati in persone con fobia sociale; le donne con fobia sociale hanno più probabilità di avere disturbi del desiderio concomitanti ( 45 % ) , dolore durante il sesso ( 40 % ) , e meno la frequenza dei pensieri sessuali.

I pazienti con disfunzione sessuale, possono segnalare disgusto sessuale , la mancanza di desiderio sessuale , molto bassa eccitazione , anorgasmia. I pazienti con disturbo ossessivo compulsivo subiscono una grave compromissione nelle relazioni sia interpersonali che sessuali  e tendono a percepire se stessi come meno sensuali rispetto ai pazienti con altri disordini d’ ansia. I risultati sono un basso livello di piacere sessuale  e una forte insoddisfazione per la propria sessualità.

PTSD colpisce la vita emotiva , sociale, professionale e sessuale, certo , questi pazienti hanno ED ( prevalenza di circa il 70 % nei veterani con PTSD ) e problemi con l’orgasmo , e quindi presentano un basso livello di soddisfazione sessuale.

Il rapporto tra l’ansia e la funzione sessuale è complesso , perché procede in 2 direzioni simmetriche : il sintomo principale e la conseguenza secondaria. Comprendere il legame di causa-effetto nella pratica clinica richiede esperienza e un punto di vista esteso.

Il rapporto tra l’ansia e la sessualità può essere teoricamente descritto come uno dei seguenti:

* L’ansia può causare insufficienza sessuale.

* SDS può causare ansia.

* SDS e l’ansia non sono causalmente correlati.

* L’ansia e SDS possono essere diverse espressioni degli stessi processi.

Le analogie in neurobiologia e la buona risposta ai trattamenti simili ( psicoterapia e / o SSRI) sembrano confermare l’ ultima ipotesi , suggerendo una radice comune di queste due manifestazioni. Avere una storia psicopatologica e sessuale completa rappresenta un passo importante nella diagnosi, che può influenzare la prognosi e la patologia.

Quando si analizzano i disturbi d’ansia , è importante considerare la vita sessuale del paziente , e viceversa. Quando valutiamo SD , si dovrebbe sempre considerare il disturbo d’ansia.

La valutazione clinica non dovrebbe essere limitata al paziente , ma dovrebbe estendersi anche al partner; in particolare  i partner di uomini con SDS spesso non hanno solo una vita sessuale insoddisfacente ma anche un disturbo d’ansia.

Non è possibile essere estremamente ansiosi e sessualmente eccitati allo stesso tempo, questa è una semplice verità circa il modo in cui il corpo e la mente lavorano insieme , sfortunatamente , molte persone , prevalentemente gli uomini, non lo capiscono.

L’ansia sessuale è spesso parte dell’ ansia sociale, in cui le persone possono sentirsi  inferiori agli altri.

La mente umana ha la tendenza a cercare le ragioni di tutto e poi a cercare esclusioni anche per la ‘verità’ che poi sceglie.

L’uomo ansioso  non vede una mancanza di interesse sessuale per qualcuno che gli amici trovano attraente come un esempio di gusto personale , ma piuttosto come un segno che c’è qualcosa di sbagliato in lui. Se si tenta quindi di generare un tale interesse al fine di essere ‘normale’ e non si riesce a raggiungerlo, , è quindi probabile che si cerchino i motivi all’interno di se stesso. L’ uomo ansioso comincia a chiedersi come viene visto dagli altri uomini; questo porta inevitabilmente ad una eccessiva preoccupazione quando rileva qualsiasi sentimento positivo in se stesso per un altro uomo, ignaro del fatto che ognuno di noi ha una scala diversa  di interesse per gli altri; comincerà così  a controllare i suoi pensieri e le emozioni. Ancora una volta , inevitabilmente , questo significa che egli avrà pensieri sul sesso quando entrerà in contatto con un uomo che non trova del tutto repellente , perché egli ha legato nella sua mente gli uomini attraenti , la paura e il sesso. Questo è un altro tratto che  hanno tutti gli esseri umani, così ‘ vedere un uomo di bell’aspetto , significa pensare al sesso ‘ diventa una risposta cronica per  l’ uomo sessualmente preoccupato e lo immerge più profondamente nella insicurezza.

Un’altra area di dubbio sessuale è quando la persona interessata si preoccupa della  ‘performance’. Ancora una volta , questo è quasi sempre una preoccupazione maschile poichè le donne tendono a non preoccuparsi molto di questa area della sessualità. Come detto in precedenza , mantenere l’eccitazione fisiologica , l’erezione , è praticamente impossibile quando l’uomo è molto ansioso , così diventa un circolo vizioso : per un motivo o un altro , l’ uomo si preoccupa per la sua sessualità e per le prestazioni.

Quando l’uomo ansioso riesce a mantenere le prestazioni sessuali , un altro settore difficile è ‘ il monitoraggio’. Questo significa che l’ uomo sta monitorando il suo successo con poca o nessuna preoccupazione per il suo partner; questo non solo significa che le esigenze del partner non sono rispettate ma anche che l’uomo non è in contatto con i suoi cambiamenti in atto durante il rapporto. Potrebbe anche significare che il coinvolgimento dell’uomo nell’atto sessuale è tutto orgasmo piuttosto che l’intima celebrazione di una relazione.

Se l’uomo non è in grado di vedere al di là del soddisfare i suoi bisogni, egli potrebbe trovare estremamente difficile capire perché la sua vita sessuale è così insoddisfacente. Questo , per l’uomo con problemi di autostima significherà , ancora una volta ,  guardare dentro se stesso per cercare le cause probabili. Una difficoltà sessuale finale può sorgere quando un uomo si aggrappa alla convinzione errata che gli uomini devono essere sempre pronti , disposti e in grado di avere rapporti  sessuali. Questo  non è vero. Se l’autostima è troppo strettamente legata agli interessi sessuali , allora la persona in questione può vedere l’eccitazione sessuale come mezzo di controllo sulla normalità : un desiderio di rapporti sessuali significa che tutto va bene, invece, il disinteresse sessuale significa che questa persona è anormale.

Come per ogni disturbo d’ ansia , è fondamentale mettere in discussione la ‘verità’. Se una ‘verità’ ci sta provocando  dolore , allora è il momento di tirarla fuori e rifletterci su. Le probabilità sono che abbiamo considerato delle sciocchezze come verità assolute, come se fossimo   programmati geneticamente ad accettare senza discutere una grande quantità di ciò che ci viene detto,  come si fa con i bambini. Mettere in discussione un ‘verità’ non significa mancanza di rispetto per la persona o il gruppo che ha alimentato questa credenza, è invece un requisito di chi vuole crescere e svilupparsi emotivamente. Il lavoro è duro ma è un’attività essenziale per la persona che veramente vuole essere libero dal disturbo d’ ansia.

Questo è quello che è successo :

  1. Ho vissuto un periodo in cui non riuscivo a raggiungere l’erezione con una ragazza da cui ero attratto.
  2. Ho sentito un forte senso di colpa e di vergogna perché avevo ” fallito ” a letto. Mi sentivo distrutto.
  3. Sono  preoccupato per la possibilità che  succeda di nuovo.
  4. Ci ho pensato così tanto che è diventata lentamente una convinzione. Ho iniziato a credere che c non sono più in grado di avere rapporti sessuali.
  5. La volta successiva che ho fatto sesso , poiché  avevo provato fallimento così spesso nel mio cervello ,non sono riuscito ad avere un rapporto soddisfacente.
  6. Il ciclo continua e la mia ansia da prestazione è peggiorata col passare del tempo.

Questo ha  letteralmente rovinato i rapporti interpersonali e ha portato alla depressione. È comunque possibile superare l’ansia da prestazione.

 

La disfunzione erettile, chiamata in passato impotenza, viene definita “l’incapacità del soggetto di sesso maschile a raggiungere e/o mantenere un’erezione sufficiente a condurre un rapporto soddisfacente”.

Epidemiologia della disfunzione erettile

Si tratta di un disturbo che interessa milioni di uomini nel mondo alterandone la qualità della vita. In Italia si stima che circa 3 milioni di uomini ne siano affetti, con una prevalenza globale del 13% (pari al 2% tra 18 e 34 anni e del 48% oltre i 70 anni).

Classificazione della disfunzione erettile

Viene distinta in primaria o secondaria rispettivamente se è manifestata fin dall’inizio dell’attività sessuale del soggetto o se è intervenuta in un secondo momento, dopo un periodo di attività sessuale soddisfacente. Si parla inoltre di disturbo generalizzato o situazionale a seconda se è sempre presente nell’attività sessuale dell’uomo o soltanto in determinate situazioni, attività o partner. Può infine essere di natura prevalentemente psicologica o organica[1].

Diversi tipi di disfunzione erettile

Nell’ormai superato concetto di impotenza venivano distinte tre categorie di tale condizione tra le quali soltanto una corrisponde alla disfunzione erettile:

impotentia generandi – Caratterizzata dall’impossibilità di generare prole, ovvero causata da un’azoospermia o da un’anomalia degli spermatozoi; quindi incapaci di dar vita ad un embrione vitale

L’OMS definisce sterilità la situazione di una coppia in cui uno o entrambi i membri sono affetti da una condizione fisica permanente che non rende possibile il concepimento. Questo si verifica in caso di azoospermia, di menopausa precoce o di assenza di utero congenita.

Si parla, invece, di infertilità quando una coppia, per cause relative all’uomo o alla donna, non riesce ad ottenere una gravidanza dopo un anno di rapporti costanti e non protetti. Il termine infertilità, quindi, al contrario di sterilità, non si riferisce ad una condizione assoluta, bensì ad una situazione generalmente risolvibile e legata ad uno o più fattori interferenti.

La differenza tra i due termini spesso viene elusa anche in ambito formale: autorità sanitarie, progetti ministeriali, personale medico, utilizzano come sinonimi due termini che tali non sono. Questo implica conseguenze socioeconomiche importanti, come per esempio la possibilità di usufruire della copertura da parte del servizio sanitario.

Problemi di erezione e disfunzione erettile primaria e secondaria

Mentre il termine di sterilità primaria si riferisce a persone che non sono mai state in grado di concepire, la sterilità secondaria è l’impossibilità di concepire un secondo figlio dopo aver già concepito e/o portato a termine una normale gravidanza. Oltre a varie condizioni mediche (e.s. ormonali), essa potrebbe essere l’effetto dello stress avvertito nel fornire un fratello al primo figlio. Tecnicamente, non si parla di sterilità secondaria se uno dei partner è cambiato.

Una Traslocazione Robertsoniana in uno dei soggetti può causare aborti ricorrenti o completa sterilità.

Cause dei problemi di erezione e della disfunzione erettile

Secondo l’Associazione Americana per la Medicina Riproduttiva, la sterilità colpisce circa 6,1 milioni di persone negli Stati Uniti, ossia il 10% della popolazione in età fertile. La sterilità femminile conta per un terzo dei casi, quella maschile per un altro terzo, la sterilità di coppia (sterilità combinata) per il 15% e il resto rimane “inspiegato”.

In Italia, secondo una relazione avente come oggetto lo “Stato di attuazione della Legge N. 40/2004, Art. 15, in materia di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA)”, presentata dall’Istituto Superiore di Sanità (organo del Ministero della Salute) al Parlamento il 30 aprile 2008, si riscontrano i seguenti fattori causali di infertilità:

Fattori causali infertilità         (%)

Fattore maschile       25,5%

Infertilità endocrina ovulatoria          16,9%

Endometriosi            6,0%

Fattore sia maschile che femminile    17,3%

Infertilità inspiegata   29,1%

Altro            5,3%

Sterilità maschile

Possibili cause di infertilità maschile, o impotentia generandi (in latino “incapacità di generare”), sono:

Cause pre-testicolari

Problemi endocrini, es. diabete mellito, sindrome di Cushing, disordini della tiroide

Disordini ipotalamici, es. Sindrome di Kallmann

Iperprolattinemia

Ipopituitarismo

Ipogonadismo a vario titolo

Criptorchidismo

Cause psicologiche

Intossicazioni da droghe, alcool, sostanze chimiche, uso di alcuni farmaci (antidepressivi SSRI, neurolettici…)

Avitaminosi (in particolare la carenza di acido folico)

Irradiazione con raggi x o gamma

Fonti di calore che elevino la temperatura testicolare in modo costante e continuativo

    Cause testicolari

Cause genetiche (Sindrome di Klinefelter, Traslocazione robertsoniana)

Neoplasie, (seminoma)

Insuccesso idiopatico

Varicocele

Trauma fisico

Idrocele

Esiti di Parotite epidemica

Cause post-testicolari e peniene

Ostruzione del Dotto deferente

Infezione, es. prostatite

Eiaculazione retrograda

Ipospadia

Impotentia coeundi

Disfunzioni o malformazioni del pene

 

L’esame principale da eseguire in caso di sospetta sterilità maschile è lo spermiogramma. Questa analisi include il conteggio degli spermatozoi e la misura della loro motilità al microscopio:

La produzione di pochi spermatozoi è detta oligospermia, l’assenza di spermatozoi azoospermia.

Una produzione quantitativamente sufficiente ma con scarsa motilità è detta astenozoospermia.

L’impotentia generandi è l’impossibilità di procreare. Va distinta dall’impotentia coeundi che definisce l’impossibilità di portare a compimento il coito. In sostanza, l’impotentia generandi è la situazione in cui si trovano gli uomini che, pur in grado di avere un normale rapporto sessuale, sono sterili. Al contrario, un uomo affetto da impotentia coeundi può non essere affetto da impotentia generandi, e potrebbe essere in grado di generare attraverso tecniche di fecondazione assistita.

La riduzione di feritlità maschile è anche correlabile a fattori nutrizionali. Uno studio del 2012 evidenzia per la prima volta una potenziale significativa correlazione (35% ca) fra sub-fertilità maschile (numero e concentrazione degli spermatozoi), con l’assunzione di acidi grassi saturi (inversa), e omega-3 polinsaturi (diretta)[2].

Sterilità di coppia

In alcuni casi, entrambi i partner possono essere sterili o subfertili, e la sterilità della coppia deriva dalla combinazione di queste condizioni. In altri casi può accadere che i partner siano indipendentemente fertili, ma la coppia non riesca a concepire insieme senza assistenza medica; la causa si sospetta possa essere immunologica o genetica.

Diagnosi della sterilità di coppia

I due partner devono essere sottoposti ad accertamenti specifici per individuare la possibile causa di sterilità. Una buona indagine preliminare che prenda in considerazione abitudini sessuali e voluttarie, malattie pregresse, caratteristiche dei cicli mestruali e così via è indispensabile per orientare le ricerche successive. Nel maschio è fondamentale l’esame dello sperma. Al bisogno si possono effettuare anche esami ormonali, cromosomici e di valutazione morfologica degli organi dell’apparato urogenitale. Nella femmina occorre valutare la presenza di ovulazione e l’assenza di ostruzioni a livello delle tube. A tale scopo si utilizzano: il semplice rilevamento della temperatura corporea durante tutto il ciclo mestruale; l’isterosalpingografia, esame radiologico eseguito con mezzo di contrasto che evidenzia la cavità uterina, il decorso e la presenza di ostruzioni a livello delle tube; l’ecografia dell’utero e delle ovaie per individuare eventuali malformazioni o malattie; la laparoscopia mediante un endoscopio a fibre ottiche introdotto nell’addome, che consente di osservare direttamente lo stato delle tube, delle ovaie e della pelvi. Anche nella donna possono essere utili, inoltre, esami ormonali e test cromosomici per eventuali malattie genetiche.

Impotentia coeundi

impotentia coeundi – impossibilità fisica di eiaculare, ma con una normale capacità erettiva. Spesso è causata da un’incapacità di formare lo sperma (aspermia), oppure a causa di un’interruzione dei dotti deferenti, impedendo così l’emissione all’esterno del seme. Può infine derivare dalla difficoltà nel raggiungere l’orgasmo che può essere causata da danni neurologici o più spesso da difficoltà psicologica con il nome di Disturbo dell’Orgasmo Maschile. Altra causa può essere l’assenza di sufficienti stimoli o insoddisfazione sessuale. Hanno poi influenza cause iatrogene dovute principalmente a farmaci antidepressivi.

impotentia erigendi – È la più grave ed è caratterizzata dall’impossibilità fisica dell’organo di compiere l’erezione; quindi l’atto sessuale. In taluni casi potrebbe essere causata o accentuata, specie nei soggetti giovani, dalla presenza di un blocco psichico (come nel caso dell’ansia da prestazione). Possono intervenire altri fattori: per esempio insorgenza di diabete o uso di farmaci anti-ipertensivi.

 

I PROBLEMI DI EREZIONE E LA DISFUNZIONE ERETTILE

Erezione del pene

Pene in stato flaccido ed eretto

Si tratta di un turgore con indurimento, aumento di volume ed elevazione dell’organo sessuale maschile: il fenomeno dell’erezione consiste nell’aumento di apporto di sangue arterioso ai corpi cavernosi del pene che – per effetto della guaina fibrosa che li avvolge detta albuginea – tendono progressivamente a inturgidirsi comprimendo le vene e riducendo così il deflusso di sangue, causando quindi gli effetti sopra citati.

Essa, a seconda della portata del flusso sanguigno che affluisce nel pene, può essere totale o parziale (in quest’ultimo caso non si parla di erezione vera e propria). Generalmente, in soggetti non circoncisi, durante l’erezione avviene la fuoriuscita del glande che, aumentando notevolmente di volume, si scopre totalmente dalla pelle del prepuzio, grazie alla sua estensione. Durante l’erezione a causa dell’afflusso di sangue, il glande assume una tipica colorazione intensa. L’erezione è inoltre soggetta a patologie che ne condizionano la durata e la qualità.

Tra di esse si ricordano il priapismo, ovvero un’erezione prolungata, persistente e dolorosa non connessa a eccitazione o desiderio sessuale, e le patologie note con il termine di disfunzione erettile che determinano la mancanza, o la riduzione di durata o intensità dell’erezione; le cause possono essere sia di natura fisica sia di natura psicologica. In entrambi i casi la medicina ha raggiunto notevoli traguardi e la disfunzione erettile è spesso risolvibile.

Fisiologia dell’erezione del pene

Il sistema nervoso parasimpatico determina un rilascio delle cellule monocitiche lisce dei vasi arteriosi (arterie elicine), espandendo lo spazio (le trabecole) di alcuni corpi cavernosi e, in particolare, del glande. L’ingresso di sangue aumenta di 40 volte rispetto alle condizioni normali. Le venule vengono così compresse dal sangue contro una parete duro-elastica (tonaca albuginea) che avvolge tutta la struttura del pene e ha spessore sufficiente per resistere alla dilatazione senza fuoriuscita di sangue venoso. La tonaca a sua volta comprime le vene bloccando il ritorno venoso di sangue. Quindi, le cellule rilassano i vasi arteriosi che si riempiono e comprimono il mantello penico che chiude i vasi venosi e mantiene la rigidità del membro virile.

Meccanismo opposto si verifica nel ritorno alla fase detta “flaccida” del pene. Questa è attivata dal sistema nervoso simpatico con contrazione della muscolatura liscia del pene, una riduzione del flusso di sangue arterioso, e la decompressione delle vene poste sotto l’albuginea, con il ritorno al libero deflusso del sangue venoso.

L’ossido nitrico è necessario per l’avvio dell’erezione e della risposta vaginale, ed è rilasciato attraverso il neurotrasmettitore NO-sintasi (nNOS) prodotto nei tessuti nervosi del pene. Ricercatori coordinati dalla Johns Hopkins University School of Medicine hanno rivelato l’intera catena biochimica che presiede il processo di erezione e scoperto che l’ossido nitrico è il mediatore più importante, coinvolto nell’intero processo erettile tramite la fosforilazione del nNOS che è bloccata dai PKA inibitori, e non nella sola fase di avvio dell’afflusso di sangue al pene come ritenuto negli ultimi 20 anni.

 

Malattie associate ai problemi di erezione

 

Dal momento che molto spesso sia la disfunzione erettile che la sindrome metabolica (con i conseguenti diabete mellito tipo 2 e obesità) sono causati da ipogonadismo (carenza di testosterone), queste patologie sono molto spesso presenti nello stesso individuo.

Trattamento dei problemi di erezione

Il trattamento elettivo nei casi in cui il disturbo sia di origine psicologica è la psicoterapia e in particolare la terapia sessuologica quale approccio specifico focalizzato sulla soluzione del sintomo nel breve periodo (il professionista di riferimento è lo psicoterapeuta – sessuologo). Ad essa può essere associata, quando presente una significativa condizione depressiva, una terapia farmacologica antidepressiva. Nei casi di origine emotiva, la sessuologia consiglia lunghi preliminari allo scopo di aumentare l’intesa e la fiducia con la partner. In particolare la partner deve essere resa consapevole che l’erezione del maschio dipende dal comportamento della partner, e deve adeguarsi di conseguenza onde favorirlo facendolo sentire desiderato da essa.

Nei casi di disfunzione erettile di origine organica sono primariamente utilizzati i farmaci inibitori della fosfodiesterasi di tipo 5 con assunzione orale (Sildenafil, Tadalafil, Vardenafil, Avanafil ) e il trattamento ormonale (testosterone) solo nel caso di oggettivabili cause endocrine. Tra le opzioni terapeutiche di secondo livello, scelte in genere quando risultano inefficaci o controindicati i farmaci orali, vi sono i farmaci vasodilatatori (come quelli a base di prostaglandine) da assumere attraverso iniezioni locali prima dell’atto sessuale (lo specialista di riferimento è l’urologo – andrologo). Solo in caso di una non efficacia dei trattamenti descritti, è valutabile l’intervento chirurgico che prevede l’utilizzo di protesi.

Articolo a cura: Dott. Pierpaolo Casto – Psicologo e Psicoterapeuta – Specialista in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

 

Si consiglia la visione dei seguenti video di approfondimento:

“Cos’è l’ansia da prestazione sessuale” (A cura del Dott. Pierpaolo Casto)

 

“Ansia da prestazione: sintomi cause e cura” (A cura del Dott. Pierpaolo Casto)

 

“Ansia da prestazione: Cos’è e come si cura. Come combattere e superare l’ansia da prestazione” (A cura del Dott. Pierpaolo Casto)

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